Cantare “Bella ciao” a scuola dovrebbe diventare, già da questo anno scolastico, una delle competenze richieste ai nostri studenti, secondo la proposta di legge presentata ad aprile scorso da alcuni noti parlamentari dem come Piero Fassino, Michele Anzaldi e Stefania Pezzopane.
Se fosse rimasta una semplice, per quanto bizzarra proposta di legge (ancora più bizzarra perché partorita nel momento peggiore della pandemia), non ci sarebbe di che preoccuparsi. Il guaio è che la legge, appena licenziata dalla commissione, è in procinto di essere sottoposta all’approvazione del Parlamento, dove permane una maggioranza rosso-gialla di deputati e senatori idealmente partigiani, pronti ad elevare la celebre canzone resistenziale a vice-inno nazionale.
Ma davvero meriterebbe “Bella ciao” di essere studiata a scuola