Il procuratore di Agrigento, com’è noto, ha iscritto nel registro degli indagati il nome di Matteo Salvini ( oltre a quello del suo capo gabinetto), perché – almeno così ci hanno spiegato- questo sarebbe un atto “dovuto”. Adesso la questione della responsabilità penale dell’ipotizzato sequestro di persona nonché arresto illegale ed abuso d’ufficio ( nello specifico riferibili ai 177 immigrati tenuti per cinque giorni all’interno della nave Diciotti attraccata al porto di Catania, ma non autorizzata a farli sbarcare) passerà al tribunale dei ministri di Palermo, dove probabilmente la bolla di sapone della messa sotto accusa del ministro dell’Interno sarà destinata ad evaporare, come già successo in passato per altri suoi predecessori.
Insigni giuristi, come il costituzionalista Sabino Cassese, ma